Sono un appassionato del gioco e del giocare e amo in particolare il quadro “I giochi di bambini” di Pieter Bruegel il Vecchio. Starei ore a guardarlo e a esaminarlo, immaginando di poter camminare in quelle piazze e per quelle strade, contare quanti sono i giochi illustrati, decodificare quelli ormai scomparsi, le regole e gli accessori usati.
Il gioco è cibo per la mente, io aggiungerei che “chi non gioca avvelena anche te, digli di iniziare”.
Bisogna giocare, sia che si tratti di piste con automobiline, che di una sfida a Uno, sia che si giochi a nascondino che a Fortnite. La mia generazione ha vissuto il cambiamento da analogico a digitale, chi si è fermato e ha iniziato a rimpiangere si è perduto. Il gioco educativo invece ha tratto nuova vita da questa evoluzione. Oggi i giochi educativi sono complementari agli stessi piani scolastici, in particolar modo quelli che permettono ai bambini di iniziare un approccio con il linguaggio della programmazione, con realtà come il Coding e Arduino.
In Italia il precursore è stato Mario Clementoni, fondatore dell’omonima azienda, con il suo Sapientino, uscito nel 1967. Due spinotti che producevano effetti sonori e luci in caso di risposta esatta, ad esempio abbinando bandiera e nazione.
All’inizio furono Sapientino e Sapient Robbie, il sussidiario enciclopedico elettronico, quest’ultimo per i più grandicelli. Con il tempo ne uscirono altri, sempre con valenze educative ma più vicini ai giochi da tavolo, come Concilia, dedicato all’educazione stradale o il Gioco del Risparmio, per educare all’uso del denaro. Molti giochi, con il tempo, si sono rinnovati, diventando dei veri classici, altri si sono innovati ma restando fedeli al concetto base.
La Clementoni, presente con i suoi prodotti in tutto il mondo, ha fatto in modo che il villaggio di partenza di questa avventura, Recanati, sede della società, rimanesse negli anni, così come adesso, il polo principale, soprattutto dal punto di vista creativo.
Sono nati così giochi con le prime valenze elettroniche come il Grillo Parlante creato con Texas Instruments oppure giochi educativi per i più piccini con la linea Bel Bebè o che facessero leva sulla vena artistica come Scarabocchi e Art Attack.
Il gioco educativo diventa anche sostenibile
Oggi, pur avendo in catalogo giochi educativi ad alto contenuto tecnologico, Clementoni non rinuncia alla tradizione e lancia, per il prossimo Natale, Riusa Ricicla e Trasforma. Il gioco nasce per educare i bambini al rispetto dell’ambiente, insegnando loro la pratica della raccolta differenziata. Il gioco da tavolo si svolge con tre diverse modalità di azione. Nel primo, dedicato alla raccolta differenziata, tutti i partecipanti collaborano nel ripulire dai rifiuti 4 ambienti, differenziandoli e mettendoli negli appositi contenitori. La seconda modalità di gioco vede i bambini cercare i nuovi oggetti derivati dalla lavorazione dei rifiuti utilizzati. Infine, il memo del riutilizzo, serve ad associare in modo semplice e divertente i rifiuti da smaltire con gli oggetti che possono nascere dal loro stesso riciclo.
Lo stesso gioco fa parte del programma Play for Future, a cui aderisce Clementoni, ovvero è realizzato al 100% con materie prime riciclate e riciclabili.
Un gioco che sarà utile anche agli adulti, in fondo, come diceva Mario Clementoni, “Il gioco è una cosa seria. Non bisognerebbe mai smettere di giocare specie quando si diventa grandi.”
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